(Adnkronos) –
Gli Stati Uniti hanno formalmente accusato la Russia di aver fatto uso di armi chimiche come arma di guerra nel conflitto in Ucraina. In particolare, il Dipartimento di Stato americano ha affermato di aver “determinato che Mosca ha utilizzato l’agente chimico cloropicrina e gas lacrimogeni contro le forze ucraine in violazione della Convenzione sulle armi chimiche (CWC)”. “L’uso di tali sostanze chimiche non è un incidente isolato ed è da attribuire allo sforzo per rimuovere le forze ucraine dalle posizioni fortificate, ottenendo vantaggi tattici sul campo di battaglia”, afferma in una dichiarazione. 

La conclusione degli Stati Uniti coincide con la testimonianza delle truppe ucraine che affermano di aver dovuto affrontare un aumento degli incontri con gas e altre sostanze chimiche irritanti in alcune parti della loro linea del fronte con le forze russe negli ultimi mesi. 

 

Il Cremlino respinge le accuse del Dipartimento di Stato Usa. “Abbiamo visto le notizie – ha detto il portavoce Dmitry Peskov in dichiarazioni riportate dai media russi – Come sempre, queste accuse sembrano assolutamente infondate e non comprovate”.  

 

Le forze russe hanno giustiziato “a sangue freddo” dall’inizio di dicembre almeno 15 militari ucraini che volevano arrendersi sul fronte e altri sei che si erano già arresi o erano in procinto di farlo. La denuncia parte da Human Rights Watch (HRW), che ha chiesto un’indagine completa. L’organizzazione ha analizzato filmati realizzati dai droni del 2 e 27 dicembre e del 16, 19 e 25 febbraio. Sebbene in alcuni casi gli esperti non siano stati in grado di verificare il luogo esatto degli eventi, hanno riscontrato che le vittime erano soldati non più impegnati in combattimento e quindi non dovevano essere considerati un obiettivo nonostante l’esistenza di un conflitto armato. 

In uno di questi casi, le immagini mostrano addirittura come almeno sette soldati ucraini abbiano lasciato la trincea e si siano tolti le protezioni per mettersi di fronte a cinque soldati russi armati. Tre di questi ultimi hanno aperto il fuoco e sei ucraini sono caduti al suolo, mentre il settimo ha cercato senza successo di tornare in trincea prima di essere abbattuto. In un altro video, presumibilmente catturato da un drone russo, si sente una voce che proclama: “Non fate prigionieri, sparate a tutti”. HRW conclude che non si tratta affatto di episodi isolati, infatti i rapporti della missione delle Nazioni Unite per i diritti umani registrano anche casi di esecuzioni sommarie di prigionieri di guerra dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022 e la Procura ucraina ha 27 indagini aperte sulla morte di 54 prigionieri di guerra. 

 

Un attacco missilistico russo ha ferito 13 persone nella città di Odessa. Lo ha riferito su Telegram il sindaco della città Gennadiy Trukhanov, aggiungendo che i soccorritori stavano combattendo un incendio su vasta scala senza fornire dettagli. Oleg Kiper, governatore della regione di Odessa, ha detto giovedì su Telegram che “infrastrutture civili, compresi i magazzini postali, sono state danneggiate”. 

 

Il governatore della regione russa occidentale di Smolensk, Vasily Anokhin, ha annunciato su Telegram che la notte scorsa sono stati compiuti attacchi con droni contro impianti di infrastrutture civili della zona. “Il nemico ha tentato di causare danni ad un impianto di infrastrutture energetiche civili. Non ci sono stati vittime o feriti”.  

Altri droni ucraini hanno causato danni alle infrastrutture energetiche e provocato conseguenti interruzioni dei servizi di forniture nella regione centrale russa di Oryol, secondo quanto riportato dal governatore regionale Andrei Klychkov su Telegram. I droni sono stati intercettati dalle unità di difesa aerea sui distretti di Glazunovsky e Sverdlovsky. 

 

“Come concordato in precedenza con la presidente svizzera Viola Amherd, il primo vertice per la pace si svolgerà il 15 e 16 giugno a Burgenstock, vicino a Lucerna, in Svizzera. Sono invitati e si prevede la partecipazione dei capi di Stato e di governo di tutti i continenti”. A scrivelo, su X, è il presidente ucraino Volodymir Zelensky. “Il vertice – aggiunge – fungerà da piattaforma per discutere le modalità per raggiungere una pace globale, giusta e duratura per l’Ucraina in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. Tutti gli stati invitati al vertice hanno dimostrato il loro impegno nei confronti di questi principi”. “Sono certo – sottolinea ancora – che ogni nazione amante della pace nel mondo sia interessata a partecipare al Vertice, perché il suo significato si estende ben oltre l’Ucraina. Riguarda il ruolo globale di ogni nazione, nonché il rispetto genuino del diritto internazionale e la coesistenza pacifica in tutto il mondo”. “Queste regole comuni, sancite dalla Carta delle Nazioni Unite, proteggono tutte le nazioni dagli attacchi e dalla violenza”, conclude. “È quindi nostra responsabilità globale condivisa proteggerle attraverso azioni concrete piuttosto che solo parole. Questo è lo scopo del primo vertice della pace in Svizzera”.