(Adnkronos) – Prima era stato respinto perché autocandidato e quindi non presentabile in base al regolamento, ora è in gara perché è stato segnalato ufficialmente: ‘Lo Stemma’ (La nave di Teseo) dello scrittore Fulvio Abbate è stato presentato alla 74esima edizione del Premio Strega dalla scrittrice Sandra Petrignani, uno dei 400 Amici della domenica, come si chiamano i giurati del riconoscimento letterario romano.  

“Ho accolto la disponibilità di Sandra Petrignani a presentare ‘Lo Stemma’ al Premio Strega; l’avventura ricomincia. Deciso, si va”, ha annunciato Abbate sul suo profilo Facebook. Qualche ora dopo lo scrittore, impegnato anche sui social nella sua battaglia contro l'”amichettismo” di sinistra (è riconosciuto come l’autore del neologismo), ha scritto una considerazione sotto il post: “Quella che mi sembrava inizialmente un’avventura da affrontare con leggerezza gioiosa pensandoci bene mi appare come qualcosa di spettrale, così come il paesaggio letterario odierno, assente a ogni semplice respiro umano, ciò che percepisco è soprattutto un insieme di ambizioni tristi, ora consolatorie ora meschinamente insignificanti, assenti al senso stesso che la letteratura dovrebbe esprimere. Inutile ogni ironia, inutile ogni senso dialettico rispetto alla realtà e alle possibilità di restituirla con un sentimento di alterità. Questo non è il mio luogo”. 

Ad un’amica che su Facebook gli chiedeva se questa sua riflessione equivalga a una rinuncia a correre per lo Strega, Abbate ha risposto: “No, ma il mio livello di partecipazione emotiva è pari allo zero”. 

Il 5 febbraio scorso Fulvio Abbate aveva annunciato di autocandidare il suo nuovo romanzo ‘Lo Stemma’ al Premio Strega “fuori d’ogni amichettismo”. “In quanto ‘Amico della domenica’, ne ho piena facoltà”. “E’ una scelta politica, ancor prima che d’ogni altro segno”, spiegava Abbate sui social.  

Tre giorni dopo, l’8 febbraio, “in merito alla proposta del libro di Fulvio avanzata dallo stesso autore in quanto Amico della domenica”, il Comitato di gestione del Premio Strega ne aveva “valutato negativamente l’ammissibilità”. Secondo il Comitato di gestione del riconoscimento, “l’articolo 1 del Regolamento di partecipazione – ‘Ciascun Amico della domenica potrà segnalare, con il consenso dell’autore, un’opera che ritiene meritevole di partecipare al premio. Ciascuna segnalazione dovrà essere corredata da un breve giudizio critico’ – implica che: il soggetto segnalante sia diverso dall’autore; il giudizio qualitativo richiesto non possa essere demandato all’autore dell’opera; la segnalazione di un’opera da parte di un Amico costituisca il primo livello di selezione previsto dal premio, il quale non può essere affidato all’autore (nemo judex in causa propria)’. Il libro di Fulvio Abbate potrà essere inserito tra le opere proposte qualora venga presentato secondo le modalità prescritte dal Regolamento entro il termine stabilito del prossimo 29 febbraio”. E così è stato con la presentazione avanzata da Sandra Petrignani.  

La casa editrice La nave di Teseo presenta ‘Lo Stemma’ come “l’anti-Gattopardo del XXI secolo: un ritratto impietoso della mediocrità che ci circonda; una storia di vizi irrefrenabili e desideri mai repressi, in una Sicilia che è specchio di tutti i nostri peggiori difetti e delle nostre migliori ambizioni”. 

Nella Palermo degli anni Duemila, Costanza Redondo di Cosseria, principessa sontuosamente mediocre, è oggetto di misteriosi messaggi e puzzle ingiuriosi che compaiono sui muri della città e ne mettono in discussione la moralità sessuale. Si mette allora in cerca degli autori delle offese, accompagnata da figure non meno risibili, tuttavia certe di brillare come lei in un malinteso ombelico del mondo. Tra loro, Vittoria, stentata dama letteraria, intenta a compilare un insignificante seguito del Gattopardo; un monsignore aspirante artista d’avanguardia in cerca di un antico allievo scomparso; Blanche, fanciulla francese, che sembra ritrovare in Sicilia il proprio zenit erotico. Tutto ciò in attesa dell’avvento del memorabile Sergio ‘Brando’ Sucato, dell’irreale amica del tempo del liceo Fulvia Anello, del pierre cocainomane Barraco, della mafiosa dalle lunghe gambe Penny Capizzi. Sullo sfondo, una città in cui le pizzerie cambiano continuamente nome per nascondere l’abisso e il carro glamour del Festino di santa Rosalia viene assaltato. Unica voce critica nel deserto, Carlo, barone e cugino di Costanza, che prova comunque a restituirle inutilmente una coscienza storica. Ma si arrenderà e morirà suicida. Un romanzo dal forte sapore etico, il cui bersaglio manifesto è la mediocrità come unico vero talento possibile, vincente nella società in cui viviamo. (di Paolo Martini)