(Adnkronos) – Benjamin Netanyahu insiste sul disarmo di Hamas e sul ‘no’ a uno stato palestinese. “La nostra opposizione a uno stato palestinese ovunque sia a ovest del Giordano sussiste, è ferma e non è cambiata”, ha detto il premier israeliano aprendo la riunione del governo, come riporta il Times of Israel. “Da decenni respingo questi tentativi e faccio lo stesso con le pressioni dall’esterno e a livello interno – ha incalzato – Non ho bisogno di rinforzi, post, prediche di nessuno”.
“Nel piano in venti punti – ha proseguito in riferimento al piano di Donald Trump per la Striscia di Gaza su cui domani voterà il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – (Gaza) sarà smilitarizzata, ci sarà il disarmo di Hamas o nel modo più facile o in quello più difficile. E’ quello che ho detto ed è anche quello che ha detto Trump”.
Poco prima era stato il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar ha ribadire che “Israele non accetterà la creazione di uno stato del terrore palestinese nel cuore della terra di Israele, a una distanza infinitesimale dai suoi centri abitati”.
“La politica di Israele è chiara: non ci sarà uno stato palestinese”, ha insistito via X anche il ministro della Difesa, Israel Katz, aggiungendo che le forze israeliane (Idf) resteranno nelle zone considerate strategiche. “Le Idf resteranno sul Monte Hermon e nella ‘zona di sicurezza’”, ha aggiunto, ripetendo che “Gaza sarà smilitarizzata fino all’ultimo tunnel” e insistendo sul disarmo di Hamas.
“Stamani le forze israeliane (Idf) hanno aperto il fuoco contro peacekeeper di Unifil da un tank Merkava nei pressi di una postazione allestita da Israele in territorio libanese”. E’ quanto denuncia Unifil, precisando che “i colpi” sono “arrivati a circa cinque metri dai peacekeeper, che erano a piedi” e sono stati costretti a mettersi al riparo. “I caschi blu hanno chiesto alle Idf di cessare il fuoco tramite i canali di collegamento di Unifil – aggiunge una nota – Sono riusciti ad allontanarsi in sicurezza circa trenta minuti dopo, quando il carro armato Merkava si è ritirato all’interno della postazione delle Idf”. “Fortunatamente – precisa Unifil – nessuno è rimasto ferito”.
L’esercito israeliano ha ammesso in una nota di aver aperto il fuoco, ma di averlo fatto erroneamente, dopo averli identificati come una minaccia a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Nella nota, l’Idf ha spiegato di aver sparato ”colpi di avvertimento” contro i soldati dell’Onu a nord di Metula dopo averli classificati come sospetti, prima di confermarne l’identità. “Dopo un’analisi, è stato stabilito che i sospettati erano soldati delle Nazioni Unite che stavano effettuando un pattugliamento nella zona e che erano stati classificati come sospetti a causa delle cattive condizioni meteorologiche”, afferma l’Idf, aggiungendo che l’incidente è in fase di ulteriore esame. “Le Idf sottolineano che non hanno sparato deliberatamente contro i soldati Unifil e che la questione viene gestita attraverso i canali ufficiali militari”, aggiunge l’esercito israeliano.
Le forze israeliane (Idf) confermano di aver ucciso un “terrorista” accusato di aver lanciato un ordigno contro i militari israeliani durante un’operazione nella zona di Nablus, in Cisgiordania. Fonti mediche palestinesi citate dall’agenzia palestinese Wafa denunciano l’uccisione di un 19enne palestinese e il ferimento di un altro giovane in un blitz prima dell’alba nel campo profughi di Askar, a est di Nablus.
“Nella notte durante un’operazione – rendono noto via X le Idf – nell’area di Nablus, un terrorista ha lanciato un ordigno contro le truppe. Le forze hanno risposto col fuoco e hanno eliminato il terrorista”. Le Idf precisano che non ci sono feriti tra i militari.
Secondo il responsabile del servizio ambulanze e dei soccorsi della Mezzaluna Rossa palestinese a Nablus, Ameer Hassan, citato dalla Wafa, il 19enne Hasan Ahmed Mousa è stato raggiunto da proiettili al petto ed è morto per le ferite, mentre l’altro ragazzo è stato colpito alla schiena ed è stato trasportato in ospedale.
