(Adnkronos) – Benjamin Netanyahu promette che Israele risponderà all’attacco con missili balistici sferrato dall’Iran martedì scorso. “Nessun Paese al mondo accetterebbe un simile attacco alle sue città e ai suoi cittadini, e nemmeno Israele”, afferma il primo ministro in una dichiarazione video. “Israele ha il dovere e il diritto di difendersi e rispondere a questi attacchi – e lo faremo”. 

In Libano, aggiunge, Israele sta cambiando “l’equilibrio di potere al nord”. “Circa un mese fa, abbiamo iniziato a mantenere la promessa che avevo fatto ai residenti del nord”, afferma il premier, riferendosi all’obiettivo di riportare i residenti della parte settentrionale di Israele nelle loro case, un anno dopo la loro evacuazione dal confine libanese. 

“Abbiamo eliminato Nasrallah e la leadership di Hezbollah, abbiamo eliminato i comandanti della forza Radwan che progettavano di invadere la Galilea e di compiere un massacro di nostri cittadini più grande e più terribile di quello del 7 ottobre”, prosegue. 

Israele ha distrutto “gran parte” delle scorte di missili e razzi di Hezbollah. “E in questi giorni i nostri eroici soldati stanno distruggendo la serie di tunnel del terrore che Hezbollah aveva preparato in segreto, vicino ai nostri confini”, ha aggiunto. “Anche se non abbiamo ancora completato la rimozione della minaccia, abbiamo chiaramente cambiato il corso e l’equilibrio della guerra”. 

 

Secondo quanto prevedono fonti americane la risposta israeliana all’attacco iraniano sarebbe imminente. Ci sarebbe anche un ruolo degli Stati Uniti nell’operazione, alla quale non dovrebbero partecipare i caccia, mentre ci sarà senz’altro un coordinamento tra Washington e Tel Aviv. 

“Certamente stiamo cercando di evitare che la situazione degeneri in una guerra regionale, ma è chiaro che gli Stati Uniti potrebbero essere coinvolti”, hanno detto i funzionari, che comprendono la necessità per Israele di rispondere a Teheran, pur riconoscendo la complessità di un potenziale attacco alle strutture nucleari iraniane. “Non è così semplice eliminare l’infrastruttura nucleare iraniana con un singolo bombardamento. È molto complicato”, hanno aggiunto. 

Un segnale, intanto, fa pensare che l’azione israeliana possa avvenire in tempi brevi. Il capo del Centcom degli Stati Uniti, il generale Michael Kurilla, è arrivato in Israele per incontri con i vertici militari israeliani. 

 

Il presidente americano Joe Biden non ha ancora parlato con Netanyahu come ha reso noto lui stesso, rispondendo “no” alla domanda di una giornalista della Cnn che gli chiedeva dell’eventuale colloquio. Nei giorni scorsi Biden aveva detto che avrebbe parlato “relativamente a breve” con il premier israeliano nel mezzo dell’escalation in Medio Oriente. 

 

Il primo ministro israeliano intanto attacca i leader occidentali favorevoli a un embargo sulle armi a Israele. “Vergogna”, ha affermato in una dichiarazione televisiva, rivolgendosi direttamente con un messaggio al presidente francese Emmanuel Macron, che ha dato uno stop alla fornitura delle armi a Israele che “le usa a Gaza”. “Io penso che oggi la priorità è che si arrivi a una soluzione politica, che si smetta di fornire armi per condurre i combattimenti a Gaza. La Francia non le manda”, ha detto il numero uno dell’Eliseo. 

Netanyahu chiede, poi, se l’Iran stia imponendo un embargo sulle armi ai suoi alleati. “Certo che no”, risponde. “Questo asse del terrore è unito”. “Ma i Paesi che presumibilmente si oppongono a questo asse del terrore chiedono un embargo sulle armi a Israele”, continua il primo ministro israeliano che promette di vincere “con o senza il loro sostegno”. “Siate certi che Israele combatterà finché la battaglia non sarà vinta per il nostro bene e per il bene della pace e della sicurezza nel mondo” conclude. 

La Francia “è un’amica incrollabile di Israele” afferma l’Eliseo dopo le dichiarazioni di Netanyahu. L’Eliseo inoltre “deplora le parole eccessive” del premier israeliano “senza alcun collegamento con l’amicizia tra i nostri due Paesi”. 

Il segretario di Stato Usa Antony J. Blinken ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot. I due, riferisce in una nota il portavoce Matthew Miller, “hanno discusso dell’evolversi della situazione in Medio Oriente e dell’importanza di coordinare gli sforzi per una risoluzione diplomatica che consenta ai cittadini di Israele e Libano di tornare nelle loro case. Hanno anche discusso gli sforzi congiunti per aumentare gli aiuti umanitari a Gaza e garantire il rilascio degli ostaggi”. Il Segretario di Stato Usa ha ribadito “la condanna degli Stati Uniti nei termini più forti dell’attacco militare iraniano contro Israele del 1° ottobre”. 

 

Dopo che l’Idf ha invitato i civili a fuggire dall’area circostante tre siti di Hezbollah nella periferia sud di Beirut, i media libanesi riportano attacchi aerei nell’area. Lo riferisce ‘The Times of Israel’. Secondo il quotidiano ‘L’Orient Le Jour’ una decina di attacchi sarebbero avvenuti nella periferia sud di Beirut e i quartieri di Bourj el-Brajne e Haret Hreik sarebbero stati presi di mira dalle forze israeliane. Secondo ‘al-Mayadeen’ avrebbero puntato anche a un edificio nei pressi dell’aeroporto. Negli ultimi giorni, l’Idf ha emesso diversi ordini di evacuazione per siti specifici a Dahiyeh in vista di attacchi aerei sulle infrastrutture di Hezbollah.