(Adnkronos) – Uno dei pilastri della parità di genere nel mondo del lavoro riguarda la possibilità di avere stipendi allineati tra uomini e donne. Purtroppo, a quanto dicono i dati INPS, il gender pay gap o differenza di stipendio, in Italia è ancora molto elevato. Dall’ultimo Osservatorio INPS sui lavoratori dipendenti del settore privato, infatti, emergono notevoli differenze salariali: quasi 8 mila euro l’anno in meno per le donne. Gender pay gap addirittura in aumento, seppur di poco, rispetto al 2021 quando era pari a 7.908 euro, mentre nel 2022 è salito a 7.922. Nel dettaglio, la retribuzione media annua a livello nazionale per i dipendenti uomini del settore privato è 26.227 euro, mentre per le loro colleghe scende a 18.305. 

Una delle motivazioni a parziale giustificazione della disparità di trattamento salariale va vista nella maggiore presenza di lavoratrici part-time, una formula pagata meno rispetto al tempo pieno. A tale proposito, nel 2022 le donne con lavoro part-time sono state oltre 3,5 milioni contro poco più di 2 milioni di uomini. Il divario di stipendio non è solo legato al genere, ma anche all’età anagrafica e all’area territoriale. Nel primo caso, gli stipendi dei giovani d’oggi sono decisamente bassi rispetto al costo della vita e al potere d’acquisto e inoltre risulta improbabile che un domani possano raggiungere gli stipendi degli attuali profili senior. Per quel che riguarda, invece, le diverse zone del Paese, l’Osservatorio INPS evidenzia che gli stipendi medi delle aziende private delle regioni di Nord Ovest sono decisamente più elevati di quelli delle altre aree territoriali. In particolare, se la media al Nord Ovest si attesta a 26.933 euro annui, al Nord Est scende a 23.947 euro, al centro raggiunge 22.115 euro, quasi 5 mila euro in meno. Differenza che aumenta ancora di più rispetto agli stipendi medi delle regioni del Sud 16.959 euro e delle Isole 16.641 euro, oltre 10 mila euro in meno. 

I recenti dati sulla disparità retributiva giungono a pochi giorni dall’Equal Pay Day istituito dall’UE proprio per sensibilizzare gli Stati membri ad operare per ridurre il gender pay gap che nel 2021 in Europa si attesta al 12,7%, calcolato sulla retribuzione oraria lorda media. Una differenza che si traduce per le lavoratrici in circa un mese e mezzo di stipendio in meno all’anno. Non a caso nel 2023 la giornata europea per la parità retributiva cade il 15 novembre, che corrisponde idealmente al giorno in cui le donne non percepiscono più salario fino alla fine dell’anno. Per l’occasione, in diversi Paesi dell’UE sindacati e associazioni di diversa natura hanno organizzato attività di sensibilizzazione, dibattiti pubblici, seminari e conferenze stampa per mostrare gli effetti del divario di stipendio, oltre che a rilanciare una volta di più il diritto delle lavoratrici a un trattamento simile a quello dei loro colleghi.