(Adnkronos) – E’ morto oggi all’età di 83 anni a Firenze il celebre fumettista Sergio Staino, papà di Bobo ed ex direttore dell”Unità’. Staino, malato da tempo, è deceduto questa mattina all’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze, conosciuto in città come Torregalli. Staino si trovava nel reparto di medicina quando è venuto a mancare circondato dall’affetto dei suoi familiari. Lascia la moglie Bruna e i figli Ilaria e Michele. 

Staino era stato ricoverato per la prima volta a Torregalli un anno fa. Il 31 ottobre 2022 in seguito a una patologia neurologica era stato trasferito d’urgenza in terapia intensiva, dove è stato per diversi giorni in coma. In seguito era stato in riabilitazione all’Istituto Don Gnocchi, fino a quando le sue condizioni di salute si sono aggravate e hanno richiesto di nuovo il suo ricovero in ospedale. L’Azienda sanitaria Toscana Centro “con tutto il personale medico e infermieristico che si è occupato delle sue cure insieme alla direzione di presidio del San Giovanni di Dio si stringe alla famiglia per la scomparsa di Sergio Staino”, si legge in un comunicato della Asl. 

Sandro Fallani, sindaco di Scandicci, il centro alle porte di Firenze dove viveva, in segno di lutto per la scomparsa dell’illustre concittadino ha disposto l’esposizione a mezz’asta della bandiera del Comune.  

La camera ardente di Sergio Staino sarà allestita da domenica 22 a martedì 24 ottobre nella Sala Incontri del Castello dell’Acciaiolo a Scandicci in via Pantin al civico 63. Una cerimonia di commiato si terrà martedì 24 ottobre alle ore 14 nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze. Le persone che vorranno portare il proprio saluto a Staino al Castello dell’Acciaiolo potranno farlo nelle giornate di domenica 22 e lunedì 23 dalle ore 10 alle 18 oltre che martedì 24 ottobre dalle 10 alle 12. Sergio Staino è stato protagonista e promotore della vita culturale e civile di Firenze e di Scandicci, città dove viveva. “Il suo ricordo pubblico è stato organizzato con la condivisione della famiglia e delle due amministrazioni Comunali, oltre che con la partecipazione attiva del mondo associativo cittadino”, si legge in un comunicato congiunto. 

Più che il ‘creatore’, era da tutti considerato il ‘papà’ di Bobo, tale il rapporto quasi familiare che legava Sergio Staino al personaggio da lui inventato: un omone un po’ calvo e con barbetta, vagamente somigliante a Umberto Eco, ovviamente comunista come impostazione ideologica ma di animo critico anche verso il suo partito di riferimento come la satira richiede, che spesso spiega alla figlia Ilaria la politica italiana, nei suoi scossoni e nei suoi misteri. 

‘Toscanaccio’ nato l’8 giugno 1940 a Piancastagnaio, in provincia di Siena, alle pendici del Monte Amiata, dopo essersi laureato in architettura Sergio Staino insegna educazione tecnica presso vari licei della provincia di Firenze, stabilendosi alla periferia del capoluogo toscano, nel comune Scandicci. 

Come disegnatore esordisce nel 1979 pubblicando sulla rivista di fumetti ‘Linus’, all’epoca diretta da Oreste Del Buono, le sue prime strisce satiriche in cui compare il personaggio di Bobo, sorta di alter ego dell’autore ma anche ritratto di una generazione sessantottina alle prese con le perplessità e i turbamenti prodotti dalle trasformazioni sociopolitiche del Paese. In seguito le vignette di Bobo – con cui Staino si è fatto interprete dei sentimenti, delle ansie, delle speranze del popolo della sinistra prima e dopo la scomparsa del Partito comunista e con i suoi eredi (Pds, Ds, Pd) – sono apparse su molte altre pubblicazioni: da ‘L’Unità’ a ‘Il Corriere della Sera’, da ‘Il Messaggero’ a ‘La Stampa’, passando per ‘Il Venerdì di Repubblica’, ‘L’Espresso’, ‘Panorama’, “Cuore”, “Tv Sorrisi e Canzoni”, “Tango”, “Smemoranda”. Le strisce di Bobo sono state raccolte anche in volumi da Milano Libri, Rizzoli e Feltrinelli.  

Collaboratore tra il 1980 e il 1981 della pagina culturale del quotidiano “Il Messaggero”, e dall’anno successivo de “l’Unità”, nel 1986 Staino ha fondato e diretto il settimanale satirico “Tango”, inserto umoristico de “l’Unità” pubblicato fino al 1988 a cadenza settimanale, per un totale di 127 numeri. Primo esperimento di satira “dall’interno” del Partito comunista di cui all’epoca era segretario Alessandro Natta, “Tango” vide all’opera numerosi vignettisti come Altan, Ellekappa, Renato Calligaro, Roberto Perini e Andrea Pazienza e i commenti umoristici di autori come David Riondino, Michele Serra, Daniele Luttazzi, Francesco Guccini e Gino e Michele. 

Nell’estate del 1986 “Tango” fu al centro di un caso politico – passato alle cronache come “Nattango” – poiché Staino, imitando lo stile di Giorgio Forattini, disegnò una caricatura del segretario comunista Alessandro Natta che ballava nudo al suono di un’orchestrina guidata da Bettino Craxi e Giulio Andreotti. Scoppiò una polemica sui limiti e il buon gusto della satira a cui Staino cercò di mettere fine con nuova vignetta intitolata “Errata Corrige”, in cui Craxi e Andreotti ballavano nudi al suono della musica di Natta. Dall’esperienza di “Tango” sono nati diversi periodici di satira, a partire da “Cuore”, che tra l’altro iniziò le sue pubblicazioni sotto la direzione di Michele Serra nel gennaio 1989 a sua volta come inserto de “l’Unità”. 

Negli stessi anni del successo di “Tango” Staino avviò la sua collaborazione con Raitre, dove nel 1987 diresse la rubrica “Teletango” e, nel 1993, firmò il programma satirico “Cielito lindo” condotto da Claudio Bisio e Athina Cenci. Staino è stato inoltre sceneggiatore e regista dei film “Cavalli si nasce” (1988) e “Non chiamarmi Omar” (1992), nonché direttore artistico del Teatro Puccini di Firenze (1991-99) e dell’Estate Fiorentina (1998-99).  

Nel 2007 ha dato vita a “Emme”, autodefinito da Staino come “periodico di filosofia da ridere e politica da piangere”, supplemento settimanale dell'”Unità”, giornale che è arrivato a dirigere dal 15 settembre del 2016 al 6 aprile del 2017 (su invito dell’allora segretario del Pd Matteo Renzi) e, dopo le dimissioni causate da uno sciopero dei giornalisti contro i tagli redazionali, dal 23 maggio al 2 giugno del 2017, giorno della definitiva chiusura della storica testata che fu l’organo ufficiale del Pci fin dalla fondazione di Antonio Gramsci. 

Dal novembre del 2017 Staino aveva iniziato a collaborare con “L’Avvenire” e le sue vignette sono state da allora con regolarità pubblicate sul quotidiano “La Stampa” prima con la dizione “La Striscia di Bobo” e poi con la scritta “Visto da Staino”; collaborazione interrotta dalla sua malattia nell’autunno del 2022. 

Sergio Staino ha ricevuto il Premio Satira Politica Forte dei Marmi (1984), il Premio Yellow Kid al Salone Internazionale dei Comics (1984), il Premio Persea (2002) e il Premio Tenco (2016). Del Club Tenco Staino è stato presidente fino all’aggravarsi della sua malattia e ne era fino a oggi presidente emerito. 

Le vignette di Staino sono state raccolte in numerosi volumi, tra i quali “Bobo” (1979); “Bobo. Le storie” (1988); “Amori” (1993); “Famiglia mia…” (1995); “Il romanzo di Bobo” (2001); “A chi troppo e a chi niente” (2010); “Staino terapia dell’amore: la miglior cura per la coppia inizia con una risata” (2011); “Alla ricerca della pecora Fassina. Manuale per compagni incazzati, stanchi, smarriti ma sempre compagni” (2016); “Troppo facile dire no” con C. Testa (2017). Tra i testi autobiografici il libro-intervista “Io sono Bobo” (2016), in cui Staino si racconta dialogando con Fabio Galati e Laura Montanari, “Quell’idiota di Bobo. In difesa del buonismo nella vita, nella satira e nella politica” (con Mario Gamba e Marco Feo, 2020) e “Storia sentimentale del P.C.I. (anche i comunisti avevano un cuore)” (2021). 

“Un abbraccio di commossa vicinanza alla famiglia e agli amici di Sergio Staino per la sua scomparsa” dice la segretaria del Pd, Elly Schlein. “È stato un intellettuale che con l’ironia, l’intelligenza e la matita ha segnato un pezzo importante dell’immaginario della sinistra. Siamo tutte e tutti cresciuti con le sue vignette, i suoi personaggi, le sue battute fulminanti. Ci mancherà moltissimo e faremo in modo che nelle prossime settimane e prossimi mesi la comunità Democratica lo ricordi con il grande affetto che a lui ci lega. Ai suoi cari e alle persone che gli hanno voluto bene e hanno lavorato con lui vanno le nostre più sentite condoglianze”.  

 

“Grazie Sergio, ci mancherai, ma ti porteremo nel cuore”. Lo scrive su X Piero Fassino, ultimo segretario dei Democratici di sinistra e deputato del Partito democratico ricordandolo come “padre di Bobo, il personaggio delle sue vignette, interprete dei sentimenti, delle ansie, delle speranze del popolo della sinistra”.