(Adnkronos) – Nel 2022 raccolte 80mila tonnellate di oli vegetali esausti, principalmente provenienti da attività professionali. Sono i dati del Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli oli vegetali esausti (Conoe) che anche quest’anno è presente Ecomondo, la fiera della green economy in corso a Rimini fino a domani. In particolare, delle 80mila tonnellate raccolte, il 90% è stato destinato al recupero nella produzione di biodiesel. Questo risultato sottolinea l’importanza cruciale dell’attività del Consorzio nel ridurre gli impatti ambientali e promuovere l’economia circolare. Da notare che i rifiuti generati in Italia sono costituiti per il 38% dal settore professionale (industria, ristorazione e artigianato) e per il 62% da attività domestiche. 

Tra le iniziative portate a Ecomondo anche uno studio prodotto dal Conoe in cui vengono messi a confronto gli E-Fuel e i biocarburanti. Secondo le stime, si potrebbero risparmiare circa 170 milioni di euro, qualora si riuscisse a indirizzare 280.000 tonnellate di olio esausto prodotto in Italia da imprese e famiglie per la produzione di biodiesel. Inoltre, lo smaltimento non corretto dell’olio vegetale esausto può avere un impatto disastroso in termini ambientali con forti ripercussioni economiche. Sempre sulla base dell’analisi condotta dal Conoe, un chilogrammo di olio vegetale esausto è sufficiente per inquinare una superficie d’acqua di 1.000 metri quadrati, con un successivo costo di depurazione delle acque di 1,10 euro.  

In tale contesto, il Consorzio ha stimato che il danno derivante dallo smaltimento inadeguato dell’olio supera i 5 milioni di euro all’anno, a un costo di 50 centesimi per chilogrammo di olio mal smaltito. Nell’epoca della digitalizzazione, il Conoe intende porsi all’avanguardia nello sviluppo di strumenti informatici innovativi che semplificheranno il modo in cui verrà gestita la filiera degli oli esausti e raccolti i dati su quantità di prodotto immesse al consumo e quantità di rifiuti gestiti.  

“Il nostro impegno è in linea con l’articolo 178-ter del Decreto Legislativo 152/2006”, dichiara il Presidente Tommaso Campanile, che sottolinea: “l’importanza della raccolta di dati e informazioni nel quadro dei sistemi Epr (Extended producer responsibility). Inoltre, la digitalizzazione ci consente di monitorare costantemente la catena di raccolta e recupero dei rifiuti, anticipando e affrontando situazioni critiche”. In tale cornice, prosegue il direttore Francesco Mancini, “il Conoe sta sviluppando una piattaforma digitale avanzata che supporterà le imprese coinvolte nel settore degli oli esausti, migliorando la tracciabilità e fornendo dati più accurati sull’immesso al mercato e sul ciclo degli oli post consumo in Italia. Questo progetto rappresenta un importante passo avanti verso una gestione più efficiente e sostenibile degli oli esausti”. 

L’impegno del Conoe non si ferma alla gestione degli oli esausti. “Abbiamo stretto accordi territoriali con diverse città italiane per promuovere l’economia circolare e migliorare le pratiche di recupero degli oli esausti. Inoltre, collaboriamo con gli operatori portuali per proteggere il mare attraverso campagne di sensibilizzazione” afferma Campanile. 

Infine, la sensibilizzazione ambientale inizia dalle aule scolastiche, e il Conoe riconosce il ruolo cruciale delle scuole nell’educare le future generazioni. Le competenze pratiche per la gestione dei rifiuti e l’educazione sull’economia circolare sono fondamentali per creare cittadini consapevoli e sostenibili. Nel corso della fiera, ampio spazio sarà dedicato all’incontro con i ragazzi, i quali saranno coinvolti attivamente in un confronto costruttivo e innovativo con una serie di quiz sulla raccolta degli oli esausti forniti da Robidone, il famoso robot ecologico in grado di comunicare in maniere efficace e semplice i principi dell’economia circolare.