(Adnkronos) – La Russia martella l’Ucraina e Zelensky accusa Putin di “non volere la pace”, mentre il Cremlino respinge l’idea di uno scambio di territori tra Kiev e Mosca nell’ambito di un eventuale negoziato di pace. 

Nella notte un massiccio attacco aereo con droni e missili ha colpito la regione di Kiev e la capitale, provocando almeno un morto e quattro feriti, tra cui un bambino. Lo ha reso noto il consigliere presidenziale ucraino Andriy Yermak su Telegram spiegando che una parte della capitale è rimasta senza elettricità a causa del raid. I vigili del fuoco sono impegnati a spegnere un incendio in una zona residenziale di Kiev, aggiungono i media. 

Nel distretto di Holosiivskyi, un vasto incendio ha avvolto un magazzino di 600 metri quadrati, mentre nel distretto di Solomianskyi, il tetto di un edificio residenziale ha preso fuoco. Non sono state immediatamente fornite ulteriori informazioni sulla reale entità dei danni o delle vittime. 

Secondo quanto riferito da diversi giornalisti del Kyiv Independent presenti sul posto, a Kiev si sono verificate delle esplosioni intorno alle 4:30 del mattino, ora locale. Secondo le prime informazioni , quattro missili balistici Iskander sarebbero stati lanciati verso la capitale. 

 

Il presidente russo Vladimir “Putin non si sta preparando per la pace, continua a uccidere ucraini e a distruggere città”, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky attraverso i social media, ribadendo che “solo misure forti e pressioni sulla Russia possono fermare questo terrore”. “In questo momento abbiamo bisogno dell’unità e del supporto di tutti i nostri partner nella lotta per una giusta fine di questa guerra”, ha detto Zelensky in un post. 

 

Gli attacchi delle forze armate russe su Kiev condotti oggi rientrano nel concetto di “pace attraverso la forza”, ha dichiarato dal canto suo il vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, spiegando in un post su Telegram che “il concetto di pace attraverso la forza a volte funziona davvero. Ad esempio, dimostrando un potere reale, non inventato da qualcuno. Come oggi a Kiev dopo l’arrivo dei nostri missili e Uav”. “Sebbene tali azioni (gli attacchi delle Forze armate russe a Kiev) – prosegue Medvedev – non siano in grado di liberare completamente la mente di quegli illegittimi buffoni che, tremando di paura e astinenza da droga, stanno dicendo sciocchezze davanti alle telecamere sullo scambio di territori. Per queste persone, l’unico modo per guarire è sentirsi di nuovo russi. Su consiglio del presidente degli Stati Uniti”. 

In precedenza, in un’intervista con Fox News, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva dichiarato che un giorno l’Ucraina “potrebbe diventare la Russia” e non aveva escluso di voler restituire tutti i soldi spesi per questo Paese dal governo americano. Trump ha specificato che vorrebbe ricevere un equivalente sotto forma di terre rare ucraine per un valore di circa 500 miliardi di dollari. Il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov, commentando questa ipotesi del leader americano, ha sottolineato che una parte significativa dell’Ucraina vuole diventare Russia e lo è già diventata, riferendosi alla decisione presa nel referendum delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, delle regioni di Zaporizhzhya e Kherson di unirsi alla Federazione Russa. 

 

Il Cremlino ha intanto respinto l’idea di uno scambio di territori occupati tra Kiev e Mosca nell’ambito di un eventuale negoziato di pace, evocato ieri in un’intervista al Guardian da Zelensky. “Questo è impossibile. La Russia non ha mai discusso e mai discuterà di uno scambio che coinvolga il suo territorio”, ha affermato il portavoce Dmitry Peskov, assicurando che le forze ucraine che occupano parte della regione di Kursk saranno “annientate” o “cacciate”. 

 

Più di cento civili russi, molti dei quali fragili, sono stati evacuati dalla regione russa di Kursk in Ucraina in una operazione portata a termine con mezzi ucraini sia civili che militari. Diversi fra loro sono gravemente feriti, molti sono persone anziane che hanno lasciato il paese solo con vestiti che avevano indosso. Il loro trasferimento è avvenuto nella notte e in condizioni descritte come drammatiche, con le auto con i fari spenti, su strade secondarie, per evitare il fuoco dei droni russi che sorvolavano la zona. L’operazione è stata predisposta dopo il raid dello scorso primo febbraio contro il rifugio di Sudzha, secondo Kiev l’esplosione di una bomba planante russa, una accusa che Mosca respinge parlando di missile ucraino. Il raid ha provocato la morte di almeno cinque persone. Ma ci sono ancora numerosi corpi sepolti sotto le macerie. Personale della Croce rossa ha accolto i civili russi oltre confine, in Ucraina, per trasferirli in ospedali e rifugi provvisori lontano dalla zona di confine. Sono diverse migliaia i russi rimasti bloccati nelle zone occupate dall’Ucraina a causa di un mancato accordo fra Mosca e Kiev per l’apertura di un corridoio umanitario. Le forze ucraine si sono impegnate piuttosto dall’inizio dell’occupazione lo scorso agosto nel trasferimento in Ucraina di gruppi ristretti di civili, soprattutto minorenni, malati e feriti. In seguito sono stati ritrasferiti in zone controllate dai russi in Russia attraverso la Bielorussia.  

 

Il Servizio di sicurezza dell’Ucraina (Sbu) ha reso noto di aver arrestato un alto funzionario dei servizi segreti che collaborava con la Russia. “Il capo del personale del Centro antiterrorismo dell’Sbu lavorava per il nemico”, ha dichiarato il Servizio in un comunicato, aggiungendo che il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato informato della “complessa” operazione per scoprire il presunto agente. 

 

Il destino di milioni di russi nel Donbass non interessa a Kiev e all’Occidente, che hanno fatto di tutto per “seppellire” gli accordi di Minsk. Lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in occasione del decimo anniversario della firma del “Pacchetto di misure per l’attuazione degli accordi di Minsk”. 

“La storia del sabotaggio di Kiev durato sette anni, con la connivenza e il sostegno dell’Occidente del “Pacchetto di misure” e della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dimostra chiaramente che per loro il Donbass è un territorio, non le persone che ci vivono – ha spiegato la Zakharova – Non si preoccupano del destino di milioni di russi e residenti di lingua russa, quindi hanno fatto di tutto per ‘seppellire’ gli accordi di Minsk, la cui attuazione ha aperto una reale