(Adnkronos) – L’operazione militare israeliana nella città cisgiordana di Jenin riflette la ‘prima lezione’ appresa dai ripetuti raid dell’Idf nella Striscia di Gaza: l’importanza di eliminare i terroristi e distruggere le infrastrutture del terrore a Jenin per evitare che “il terrorismo si replichi all’interno della città”. A dichiararlo è stato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, in un comunicato.
“Non permetteremo alle armi della piovra iraniana o all’Islam radicale sunnita di mettere in pericolo la vita dei coloni o di stabilire un fronte del terrore a est di Israele”, aggiunge Katz, citato da ‘Ha’aretz’.
Le Idf hanno intanto fatto sapere di aver “colpito più di dieci terroristi” durante l’operazione ancora in corso. “Nel corso della giornata le forze hanno colpito più di 10 terroristi”, afferma l’esercito israeliano aggiungendo che sono stati effettuati diversi attacchi aerei e sono stati neutralizzati numerosi ordigni esplosivi.
Il ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese ha segnalato nove morti e un decimo in un villaggio vicino.
Israele ha lanciato nella giornata di ieri l’operazione Muro di Ferro, azione anti terrorismo congiunta delle forze di difesa (Idf) e lo Shin Bet nel nord della Cisgiordania.
“Sotto la direzione del gabinetto di sicurezza politica, l’Idf, lo Shin Bet e la polizia israeliana hanno lanciato oggi un’operazione militare estesa e significativa per sradicare il terrorismo a Jenin”, ha spiegato il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
“Questo – ha continuato – è un altro passo verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati: rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria. Agiamo metodicamente e risolutamente contro l’asse iraniano ovunque invii le sue armi – a Gaza, Libano, Siria, Yemen, Giudea e Samaria – e la sua mano sia piegata”.
Hamas ha quindi lanciato un appello per una mobilitazione generale in Cisgiordania. “Invitiamo le masse del nostro popolo in Cisgiordania e la sua gioventù rivoluzionaria a mobilitarsi e a intensificare lo scontro con l’esercito di occupazione”, si legge in una nota di Hamas. L’obiettivo, si legge, deve essere quello di ”sventare la vasta aggressione sionista contro la città di Jenin e il suo accampamento”.
“C’è il rischio che Israele ritenga che sia giunto il momento di annettere la Cisgiordania e di tenere la Striscia di Gaza in un limbo”, ha affermato intanto il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres intervenendo al World Economic Forum di Davos. Guterres si è poi detto ”ottimista” rispetto alla tenuta dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, aggiungendo però che non vi è alcuna certezza che il cessate il fuoco regga.
Rispetto all’Iran, Guterres ha detto che “la mia speranza è che gli iraniani capiscano che è importante chiarire una volta per tutte che rinunceranno ad avere armi nucleari, impegnandosi allo stesso tempo in modo costruttivo con gli altri paesi della regione”.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta intanto valutando l’ipotesi di una visita in Medio Oriente. “Stiamo pensando di andare in Medio Oriente, non ancora. Abbiamo una cosa chiamata ostaggi che stanno tornando proprio ora”, ha dichiarato Trump parlando con i giornalisti alla Casa Bianca.
Trump ha poi affermato che il ritorno degli ostaggi è il risultato diretto dei suoi sforzi. “Se non fossi stato qui, non sarebbero tornati. Mai. Sarebbero tutti morti. Se questo fosse stato fatto un anno prima, se Biden avesse fatto questo accordo un anno e mezzo, due anni fa… francamente non sarebbe mai dovuto accadere”.
Trump ha lamentato la recente morte di ostaggi, affermando che sotto la sua guida la situazione sarebbe stata diversa. “Se si torna indietro a soli sei mesi fa, molti di questi giovani erano vivi. Sapete, i giovani non muoiono così. I giovani non muoiono a 22, 23 anni. Ti chiedi perché stanno morendo, sono stati uccisi. Sono stati uccisi”, ha aggiunto. A riferirne è ‘Ha’aretz’.