(Adnkronos) –
L’Ucraina non ha la forza per riconquistare la Crimea e le parte del Donbass occupate dalla Russia nella guerra in corso da oltre 1000 giorni. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, però, non alza bandiera bianca e ribadisce che Kiev non può e non vuole rinunciare ai propri territori. Ad una domanda di Le Parisien riguardo alla possibilità che l’Ucraina possa rinunciarvi ‘temporaneamente’, il presidente ha infatti risposto: “Legalmente non possiamo cedere i nostri territori, lo proibisce la Costituzione dell’Ucraina”.  

“Ma fisicamente cosa valgono queste parole? Se fisicamente ci sono parti del nostro territorio sotto il loro controllo – ha aggiunto nell’intervista con il giornale francese, riferendosi ai russi – sono loro ad avere il controllo, non noi, purtroppo. E se noi non abbiamo oggi la forza di riprendere tutti i nostri territori, allora l’Occidente può trovare la forza di far sedere Putin al tavolo e affrontare questa guerra per via diplomatica”.  

Zelensky ha comunque aggiunto che “noi non riconosceremo legalmente l’occupazione dei territori”, sottolineando che affidarsi alla “diplomazia non significa rafforzare l’occupazione come qualcosa di legale. E’ la via per finire la guerra, per via diplomatica – ha ribadito – ed abbiamo bisogno di Stati Uniti e Europa forti per costringere Putin a mettere fine alla guerra per via diplomatica”.  

Nel conflitto, da settimane sono entrati in scena i soldati della Corea del Nord che combattono al fianco dei russi. Mosca, ha detto Zelensky, starebbe bruciando i volti dei soldati nordcoreani morti in battaglia. “Anche dopo anni di guerra, quando pensavamo che i russi non potessero diventare più cinici, vediamo qualcosa di ancora peggiore”, ha scritto su X. “La Russia – si legge nel post – non solo manda le truppe nordcoreane ad assaltare le posizioni ucraine, ma cerca anche di nascondere qualsiasi prova della loro presenza, bruciando letteralmente i volti dei soldati nordcoreani uccisi in battaglia. Questa follia deve essere fermata: una pace affidabile e duratura e la responsabilità della Russia per questa guerra cinica”. 

 

 

Durante una conversazione online con i lettori di Le Parisien, ripresa da Rbc Ukraina, Zelensky ha poi ribadito che “nessun Paese o leader mondiale ha il diritto di negoziare con il dittatore russo Vladimir Putin senza l’Ucraina, dal momento che è l’Ucraina la vittima di questa guerra”. Il capo di Stato sottolinea che Kiev “non ha mai delegato questo mandato a nessuno. Sarebbe ingiusto se tutti iniziassero a dire come dovrebbe vivere un Paese. I francesi in Francia, gli italiani in Italia o gli americani negli Stati Uniti sanno cosa vogliono per se stessi. Lo stesso vale per gli ucraini”. 

Zelensky ha sottolineato che “durante i negoziati non è tanto la persona che si ha di fronte a giocare un ruolo importante, ma la posizione in cui ci si trova. Attualmente l’Ucraina non si trova né in una posizione debole né in una posizione forte. Resta da vedere se il Paese diventerà membro della Nato e quando entrerà a far parte dell’Unione Europea”. 

Secondo il leader ucraino, “i negoziati con il dittatore russo nelle attuali circostanze potrebbero dargli l’opportunità di influenzare le decisioni. Pertanto, Zelensky ritiene che “prima di qualsiasi discussione sia necessario sviluppare una strategia specifica, che potrebbe essere un piano d’azione o un’iniziativa di pace”. 

 

Il premier ungherese Viktor Orbán ha dichiarato di non voler entrare nel merito della “provocazione” del presidente ucraino Volodimir Zelensky e ha sottolineato che è “responsabilità” di quest’ultimo accettare la proposta di cessate il fuoco avanzata dal leader ungherese al russo Vladimir Putin. “Non risponderemo a nessuna provocazione. C’è una proposta di cessate il fuoco sul tavolo. Prendere o lasciare, è una tua responsabilità”, ha detto Orbán in un post su X, dove ha condiviso una dichiarazione in cui Zelensky criticava i tentativi di mediazione del leader magiaro. Il presidente ucraino aveva detto di non aver bisogno di intermediari come Orbán, mettendo in dubbio che il conflitto potesse essere usato “come strumento di pubbliche relazioni”. “Orbán ha un esercito? Come farà pressione su Putin? Con aneddoti? Con sorrisi?”, aveva domandato ai propri funzionari locali. 

Il primo ministro ungherese, dopo l’ultima conversazione telefonica con il presidente russo, ha proposto un massiccio scambio di prigionieri e un cessate il fuoco per Natale. Mosca ha usato la proposta come pretesto per accusare Kiev di rifiutare qualsiasi tipo di compromesso per fermare il conflitto. 

 

Intanto il ministero della Difesa in Russia ha annunciato che le forze dispiegate in Ucraina hanno preso il controllo di altri due insediamenti nella regione di Donetsk, Stary Terny e Trudove, vicino alla città industriale di Kurakhove.  

 

“Oggi un terzo del bilancio della Russia è dedicato alla spesa militare. E’ un’economia di guerra, quindi è essenziale minare i potenziali ricavi di Vladimir Putin: la settimana scorsa abbiamo adottato il quindicesimo pacchetto di sanzioni, che colpisce la flotta ombra e i canali di aggiramento” delle misure restrittive, “e il sedicesimo pacchetto è già in preparazione”, ha ricordato oggi la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, a Strasburgo durante la plenaria, in vista del Consiglio Europeo di domani.  

Per von der Leyen “le sanzioni stanno pesando sull’economia russa: il rublo è ai minimi dall’inizio della guerra; malgrado le massicce contromisure adottate dalla banca centrale, l’inflazione ha raggiunto il 70% in alcuni settori dell’economia. Lanciamo un chiaro messaggio al Cremlino: più a lungo dura la guerra” contro l’Ucraina “maggiore sarà il prezzo che l’economia russa dovrà pagare”, ha concluso.