(Adnkronos) –
Election Day in corso negli Usa e finora tutto fila liscio ai seggi. Americani oggi alle urne per eleggere il loro prossimo presidente, con la sfida tra Kamala Harris e Donald Trump.
“Sono molto fiducioso, sento che stiamo andando bene ovunque”, dice Trump, parlando con i giornalisti al seggio dove ha votato a Palm Beach e esprimendo la convinzione che il risultato finale di quella che definisce “la migliore delle mie tre campagne” presidenziali “non sarà neanche un testa a testa”. ”I miei sostenitori non sono violenti e non ci sarà violenza. I miei sostenitori credono nella non violenza”, aggiunge.
In un quadro all’insegna dell’equilibrio, come indicano i sondaggi, in attesa dei risultati Harris trascorre la giornata a Washington Dc rilasciando alcune interviste radiofoniche. In serata attenderà i dati presso la Howard University, l’università dove si è laureata. La candidata democratica, inoltre, domani ha invitato i suoi principali donatori a un briefing elettorale. Trump, invece, dovrebbe tenere il suo ‘watch party’ a Palm Beach, in Florida.
Da subito file per andare a votare. Alle 6 di mattina hanno aperto i seggi in Connecticut, New Jersey, New York, New Hampshire, Virginia e parzialmente in Indiana, Kentucky e Maine. Alle 7 è stato il turno di Delaware, Washington D.C., Georgia, Illinois, Maryland, Missouri, Pennsylvania, Rhode Island, South Carolina e di alcune aree di Alabama, Florida, Kansas, Massachusetts, Michigan e Tennessee. Dalle 8 sono quindi via in Arizona, Iowa, Louisiana, Oklahoma, Wisconsin e in alcune municipalità di Minnesota, South Dakota, North Dakota e Texas. Man mano, la macchina elettorale si è accesa fino alla costa del Pacifico.
Oltre 80 milioni di americani hanno già votato in anticipo o per posta o in presenza mentre circa l’altra metà avrà tempo fino alle 20.00.
“Al momento non stiamo riscontrando nessun livello significativo di incidenti con un impatto sulla sicurezza della nostra infrastruttura elettorale”, ha dichiarato Cait Conley, a capo della U.S. Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, l’agenzie federale tutela le infrastrutture americane da cyber minacce, mentre stanno iniziando le operazioni di voto in tutti gli Stati. In una call con i giornalisti, Conley, secondo quanto riporta Abcnews, ha comunque ribadito che Paesi come Russia e Iran continueranno a diffondere notizie false su presunte frodi elettorali. “Possiamo vedere un aumento di questa attività oggi e nelle prossime settimane, con un particolare focus su narrative in grado di avere un impatto e un’influenza negli stati chiave”, ha detto.
Durante la giornata infatti si erano intensificati gli allarmi dei funzionari dell’intelligence Usa su interferenze straniere, dalla Russia in particolare, nell’Election Day e anche dopo il voto. Fbi, Office of the Director of National Intelligence (Odni) e Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (Cisa) affermano di aver “osservato avversari stranieri, Russia in particolare, condurre ulteriori operazioni di influenza volte a compromettere la fiducia dell’opinione pubblica nell’integrità delle elezioni Usa e alimentare divisioni tra gli americani”.
Un ‘impegno’ che, dicono le tre Agenzie, si intensificherà per tutto l’Election Day e anche dopo il voto, con maggiore ‘attenzione’ per gli stati chiave, Arizona, Nevada, Michigan, Wisconsin, Pennsylvania, Georgia e North Carolina. “La Russia è la minaccia maggiormente attiva”, affermano in una dichiarazione congiunta. L’accusa ad “attori di influenza” legati alla Russia è di creare video falsi e ‘notizie’ false per intaccare la legittimità del voto, spaventare gli elettori. “Sforzi” che, dicono le Agenzie, “rischiano di incitare alla violenza”. “Prevediamo – chiariscono – che attori russi diffonderanno altri contenuti confezionati con questi temi durante l’Election Day e nei giorni e nelle settimane che seguiranno la chiusura dei seggi”. “Attori” che, affermano, “hanno anche prodotto e amplificato un filmato recente che mostra in modo falso un’intervista a una persona” che parla di una presunta “frode elettorale in Arizona” per “favorire Kamala Harris”. Affermazioni, aggiungono, già bollate come fake dalle autorità dell’Arizona.
Anche l’Iran ha avviato “attività informatiche dannose” con l’obiettivo di ‘colpire’ Trump. E, dicono, resta determinato alla rappresaglia per la morte di Qassem Soleimani, il generale iraniano ucciso nel gennaio 2020 in un raid aereo Usa in Iraq ordinato da Trump.
La piccola cittadina di Dixville Notch nel New Hampshire ha votato a mezzanotte, in linea con una tradizione decennale. Su sei elettori, Kamala Harris ha conquistato tre voti, gli stessi del rivale repubblicano. Le operazioni di voto si sono concluse in 15 minuti. E’ dal 1960 che la cittadina difende il primato di essere la prima ad esprimersi. Una volta che tutti i voti sono stati espressi, le schede vengono conteggiate e i risultati annunciati ore prima di qualsiasi altro luogo degli Stati Uniti.
Il candidato repubblicano alla vicepresidenza JD Vance ha votato in presenza questa mattina nel suo seggio elettorale di Cincinnati. Il senatore è apparso di buon umore quando è arrivato alla chiesa di Sant’Antonio di Padova per votare con la moglie Usha e i figli. Dopo aver espresso il suo voto, Vance ha dichiarato ai giornalisti di sentirsi “bene, non si sa mai finché non si sa, ma ho buone sensazioni per questa corsa”.
Nelle stesse ore spiccano le parole Jim Messina, stratega dem che è stato manager della campagna di Barack Obama nel 2012. Spiega, in un’intervista con Msnbc, che quest’anno i repubblicani, solitamente fedeli al voto nel giorno dell’election day, hanno votato in anticipo con percentuali senza precedenti. “I numeri del voto in anticipo sono un po’ preoccupanti” per Kamala Harris, dice.
“I repubblicani non hanno fatto quello che hanno fatto l’ultima volta”, continua, ricordando che quattro anni fa “Trump disse, ‘non votate in anticipo’ e non l’hanno fatto”. Quest’anno invece appaiono “in vantaggio nei numeri del voto in anticipo, così quando arriveranno i dati del voto in anticipo, la situazione sarà un po’ diversa dal 2020 ed è un po’ pauroso”. Messina, comunque, è ottimista sul ruolo che avrà l’alta affluenza tra donne e giovani tra chi ha votato in anticipo. “Quando guardi ai numeri, quello che importa sono due blocchi: le donne e i giovani, e questi due blocchi di elettori appaiono forti. Le donne sono il 55% del voto in anticipo e negli ultimi giorni, i giovani elettori negli stati chiave hanno votato in percentuali storiche, cosa che ha reso la campagna di Harris molto felice”.