(Adnkronos) –
Come si tengono insieme sostenibilità e sviluppo economico? “Questa è la sfida. Si tratta di tenere i piedi per terra, di capire che quello che stiamo vivendo è un cambiamento epocale dettato da tanti fattori: cambiamento climatico, scelte a livello di Stati, scelte dovute all’appartenenza all’Ue e scelte dovute alle alleanze militari. Tutto incide”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto intervenendo all’appuntamento di Adnkronos Q&A ‘Le nuove strade della sostenibilità’ presso il Palazzo dell’Informazione.  

“Si tratta di dare indirizzi che facciano cogliere le opportunità. La transizione ecologica, energetica non è qualcosa da cui difenderci: siamo un Paese trasformatore e dobbiamo coglierla come un’opportunità per essere i primi e avere il migliore prodotto”, aggiunge.  

“Confido” in un approccio diverso dell’Europa, in vista anche del prossimo voto alle europee; “lo sbandamento ideologico se poteva essere giustificato prima del 2020 quando si pensava al 2050 e ci si poteva lanciare nei sogni non è stato più ammissibile quando si è tentato di regolare situazioni che facevano anche sorridere, se pensiamo che il gas non era nella tassonomia Ue, e lo stesso nucleare, o quando sono uscite le prime proposte sui fabbricati. Fortunatamente l’aria, verso il realismo, è già cambiata negli ultimi mesi anche in Commissione; lo abbiamo visto sulle case e sugli imballaggi”, spiega. 

A proposito della direttiva sulle case green “ho un gruppo di lavoro che sta studiando il quadro complessivo dello stato dei fabbricati in Italia. Gruppo di lavoro che ha un mandato specifico: dare un tracciato del percorso da qui la 2050 per arrivare al punto zero e individuare quali sono le azioni fondamentili con una proposta di intervento dello Stato nel merito”.  

“Lo sforzo è anche quello di rispettare la direttiva che dobbiamo recepire nel biennio; ci sono spazi di azione a livello di singole nazioni ma non dobbiamo pensare di essere solo sulla difesa, dobbiamo essere determinati nel raggiungere l’obiettivo. Un obiettivo che è più difficile per l’Italia rispetto ai Paesi del Nord Europa perché abbiamo oltre il 70% degli edifici con più di 70 anni e l’80% di italiani proprietari”, aggiunge. 

Il nucleare di nuova generazione “credo che sia il miglior modo per dare continuità e garanzia alla produzione di energia. Oggi possiamo dire di aver superato il 40% del prelievo di gas che avevamo dalla Russia, lo abbiamo sostituito attivando tutti gli spazi possibili di fornitura. Tutto questo va ancora riequilibrato e deve avere integrazioni che sono Piombino, che è già in funzione, Ravenna, e se chiudiamo l’accordo con la nuova giunta della Sardegna, Porto Torres – dice Pichetto – questo mix di pipeline e rigassificatori dovrebbe darci garanzia del veicolo di transizione che deve scendere in ottica 2050. Dall’altra parte devono salire le rinnovabili: fotovoltaico, eolico e confido, in un futuro non immediato, in un off shore rilevante; poi bisogna dare continuità”. 

“Fotovoltaico ed eolico sono intermittenti – conclude – per dare continuità c’è l’idroelettrico, per quanto si può fare, il geotermico, l’idrogeno, ma il nucleare di nuova generazione è quello che probabilmente darà continuità e soluzione al continuo incremento della domanda di energia”.