(Adnkronos) – “Io credo che l’Italia potrà essere un grande produttore di
carburante sintetico
perché stiamo investendo molto anche sull’idrogeno”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto a Radio anch’io su Rai Radio 1 dopo l’approvazione del regolamento Ue sulle emissioni degli autoveicoli.
Il ministro ricorda che due anni fa è cominciata la “battaglia per gli endotermici”, poi, “finalmente, è arrivata anche la Germania, con la Germania si è arrivati al motore endotermico con carburante sintetico e questo vale per tutti”.
Sui biocarburanti “la valutazione a livello europeo è stata ‘in questo momento no’ perché fanno emissioni. Nella mia dichiarazione ho detto: noi non siamo soddisfatti per come è stata gestita, siamo contenti che c’è il motore endotermico, ci sta bene l’e-fuel, potremmo diventare uno dei grandi produttori di e-fuel vista anche la nostra posizione geografica, non siamo soddisfatti che non si sia dato un po’ più di tempo per fare una valutazione sul bilanciamento nella produzione dei biocarburanti” rispetto alle emissioni di CO2.
“Sugli e-fuel possiamo diventare i primi perché ci mettiamo già quasi 4 mld, nel campo della ricerca non temiamo nessun altro; sui biocarburanti siamo pronti ad andare avanti per dimostrare la neutralità per quanto riguarda la captazione e a valle le emissioni”, aggiunge poi il ministro nel suo intervento al Forum per l’intermodalità sostenibile a Roma. “Il governo italiano investe sull’idrogeno 3,6 mld; la partita degli e-fuel l’avremo tra 7-8 anni, c’è chi dice 10 – spiega Pichetto – con un investimento come quello che stiamo facendo a livello dell’idrogeno e anche con il trasferimento dall’Africa di idrogeno o corrente elettrica, possiamo diventare anche i primi produttori di e-fuels”. Quanto ai biocarburanti “io voglio l’apertura sulla scientificità e non sull’ideologia: se riusciamo ad arrivare con la ricerca ad una compensazione, se la captazione supera l’emissione, quel carburante ha la neutralità ed è idoneo; chiaro che va dimostrato scientificamente”. “E’ un percorso che può portare il nostro Paese ad essere all’avanguardia nella decarbonizzazione al 2030 e al 2050”, conclude.