(Adnkronos) – Rendere il Ssn più sostenibile dal punto di vista ambientale attraverso soluzioni e prodotti innovativi che consentono anche di ridurre il costo dello smaltimento sulla collettività. Questo l’obiettivo del convegno ‘La sala operatoria e l’ospedale green. Un’esperienza di sostenibilità ambientale’ che Assosistema Confindustria, associazione che rappresenta, tra le altre, le industrie di servizi e forniture alla sanità, ha organizzato oggi ad Ecomondo, alla Fiera di Rimini.  

Al convegno sono intervenuti, come relatori, importanti rappresentanti del mondo delle istituzioni, i buyer pubblici e gli operatori economici per confrontarsi su come rendere gli acquisti pubblici in sanità meno impattanti da un punto di vista ambientale. Proprio su questi aspetti il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha presentato un progetto che analizza gli efficientamenti ambientali derivati dall’emanazione dei Cam, che dimostra come i criteri minimi siano uno strumento dinamico di efficienza ambientale. Tra i settori di analisi è stato inserito anche quello delle lavanderie industriali per la sanità pubblica a cui si rivolgono due specifici Cam, quello tessile e del noleggio e lavaggio del tessile ospedaliero. 

In occasione del convegno, sono stati presentati anche i primi dati di analisi del progetto di Lca e Lcc sul tessuto riutilizzabile in sanità rispetto al monouso. La differenza riscontrata è nella riduzione di consumo di risorse e nel conseguente minor costo di smaltimento. Oltre alla presenza del ministero dell’Ambiente tra i relatori, da sottolineare anche quella dell’Istituto superiore di sanità che ha confermato come il tessuto riutilizzabile possa essere un driver di sviluppo del settore sanitario verso la sostenibilità ambientale mantenendo alta l’attenzione anche sulla sicurezza igienica. Tra i buyer pubblici, significativi sono stati gli interventi orientati ad illustrare come sia opportuno cambiare il modello di acquisto in sanità. Laddove possibile, inoltre, anche la sala operatoria diventa un teatro importante per fare efficienza ambientale, la tecnologia dei nuovi tessuti riutilizzabili permette, infatti, di rispondere tecnicamente alle più alte performance.  

Nella stessa giornata è stata presentata un’analisi importante su come la diversa composizione del capo in cotone/poliestere indossato dal personale sanitario possa portare ad una maggiore durabilità del prodotto tessile allungando così il ciclo vita e riducendo lo scarto tessile. Infine, è stato lanciato un progetto di economia circolare pensato proprio per il settore delle lavanderie industriali, che ha dimostrato come utilizzando il tessile a fine vita delle imprese si può dare vita ad un nuovo prodotto riutilizzabile.  

“Come ogni anno partecipiamo ad Ecomondo per fare il punto sulle innovazioni ambientali che impattano sul nostro settore e quest’anno abbiamo portato nel dibattito pubblico e privato la sanità, uno dei nostri driver principali di lavoro per le nostre imprese – dice il presidente di Assosistema Confindustria Egidio Paoletti – Parlare di sostenibilità ambientale negli acquisti pubblici non è scontato, è vero che c’è il Cam ma da solo non basta, serve una coscienza collettiva che orienti le scelte dei buyer pubblici sul tema di quanto costa alla collettività la loro scelta di monouso e il relativo costo di incenerimento”.  

Per Matteo Nevi, direttore generale di Assosistema Confindustria, “è necessario, quindi, continuare a chiedere ai buyer pubblici un impegno ambientale perché il costo delle loro scelte ricade su tutti i cittadini due volte, sia come usufruitori del Ssn sia come costi per lo smaltimento. Abbiamo in Italia un pacchetto di norme e di esperienze in materia ambientale che ci consente oggi di poter guidare la transizione ecologica anche a livello europeo, non abbiamo più alibi se non concretizzare al massimo ciò che abbiamo a disposizione sin da subito. Quello che chiediamo infine ai buyer pubblici è di valorizzare economicamente nei bandi di gara la componente ambientale, non è pensabile che la sostenibilità ambientale sia a costo zero, se vogliamo che gli acquisti siano green servono gare non costruite sul massimo ribasso o sulla valorizzazione degli sconti”.