(Adnkronos) – In mostra a Monza, fino al 26 novembre, le opere del maestro milanese Mario Arlati, a metà tra pittura, scultura e installazione. Con i panni di scarto e la sua attenzione per l’ecologia e la sostenibilità, Arlati crea grandi opere materiche e i suoi ‘quadroni’ ora campeggiano nello spazio bianco museale del Teatrino di Corte della Reggia di Monza, riqualificato nel 2019, nella mostra “Mario Arlati. La materia dell’arte”, promossa dall’associazione M.Ar.Co.  

Nato a Milano nel 1947, Arlati dopo l’inizio figurativo si dedica dagli anni Settanta all’informale materico. Rappresentato in esclusiva dalla galleria Contini di Venezia e Cortina d’Ampezzo, l’artista milanese viene definito dal gallerista Stefano Contini “il poeta della materia” per la sua capacità di plasmare gli oggetti anche di uso comune, come scrive Libero che oggi dedica un lungo articolo all’artista meneghino e alla mostra che ospita, oltre alle opere monocrome o arlecchine di ampie dimensioni, anche il lavoro che riproduce la bandiera dell’Onu, realizzata nel contesto del progetto “Flag”.  

In particolare, il 20 luglio scorso, presso il centro educativo Carrobiolo a Monza, si è tenuto un laboratorio creativo dedicato ai giovani con disabilità e problemi relazionali, e Arlati, su iniziativa dell’amico Maurizio Caldirola, ha contribuito al laboratorio creando un’opera che simboleggia l’unità tra le diverse realtà dei partecipanti. Durante l’evento, ricostruisce il quotidiano, “i ragazzi hanno dipinto la bandiera delle Nazioni Unite su una tela realizzata con materiali riciclati, promuovendo l’economia circolare e sensibilizzando gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. Arlati spiega che la flag sarà poi esposta alla Farnesina, al Ministero del Lavoro, a Dubai e a New York. L’esperienza con i ragazzi è stata come sempre coinvolgente, appagante ma anche difficile. L’artista avrebbe voluto offrire un compenso simbolico a uno dei giovani più impegnati nel progetto, ma questi ha rifiutato perché felice che qualcuno avesse creduto in lui per la prima volta. Nel 2019 le bandiere colorate di Arlati, suo sentito omaggio a Jasper Johns e per lui simbolo di un nuovo messaggio d’arte, hanno illuminato la torre del campanile di San Marco, icona della città di Venezia, simboleggiando il flusso eterogeneo degli ospiti che animano la Serenissima”.