(Adnkronos) – 521 miliardi di dollari risparmiati nel 2022. A tanto ammonta il vantaggio economico globale registrato dal settore dell’energia grazie all’utilizzo delle rinnovabili, come certificato dall’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena) nel report Renewable Power Generation Costs in 2022. 

Se si considera il risparmio dell’intero ciclo di vita della capacità energetica da fonti rinnovabili aggiunta nel 2022 nei Paesi non appartenenti all’Ocse, la riduzione dei costi raggiungerà i 580 miliardi di dollari a livello globale. 

Un dato storico che certifica la crescita delle fonti di approvvigionamento green, accelerata esponenzialmente dalla crisi del prezzo dei combustibili fossili.  

“Irena vede il 2022 come il vero e proprio punto di svolta nello sviluppo delle energie rinnovabili. E questo – spiega il Direttore Generale dell’Agenzia, Francesco La Camera – grazie alla loro inedita competitività dal punto di vista dei costi, mai così forte nonostante l’inflazione dei costi di merci e attrezzature. Le regioni colpite più duramente da questo storico aumento dei prezzi hanno mostrato una resilienza notevole, largamente dovuta all’aumento massiccio del solare e dell’eolico nell’ultimo decennio”. 

Gli investimenti in energia rinnovabile iniziati nei primi anni 2000, seppure insufficienti, hanno permesso all’economia mondiale di resistere alla crisi dei combustibili fossili esplosa con il conflitto in Ucraina. Lo scorso anno circa l’86% della nuova capacità derivante dalle rinnovabili è costato meno dell’elettricità generata dalla combustione di carbon fossili.
 

Non solo. Nel 2010, il costo medio ponderato globale dell’energia eolica onshore (impianti installati in zone pianeggianti lontane dal mare) era superiore del 95% rispetto al costo più basso dei combustibili fossili; nel 2022, invece, il costo medio ponderato globale dell’energia eolica onshore era inferiore del 52% rispetto alle soluzioni più economiche basate sui combustibili fossili. 

Questo miglioramento è stato addirittura superato da quello del fotovoltaico che, rispetto alla soluzione più economica basata sui combustibili fossili, nel 2010 costava il 710% in più e nel 2022 è arrivato a costare il 29% in meno.  

[Risparmio economico sulla fornitura di energia elettrica nel 2022. Fonte: Irena] 

Il rapporto sottolinea come oltre a questo risparmio diretto sui costi, si otterranno vantaggi economici sostanziali legati alla riduzione delle emissioni di CO2 e delle sostanze inquinanti a livello locale. 

Il doppio beneficio, economico e ambientale, generato dalle energie rinnovabili deve trainare la transizione green soprattutto in territori come il Nord Italia, la zona più inquinata d’Europa secondo la ricerca condotta da Openpolis insieme ad altre 6 redazioni dello European data journalism network. 

Nonostante la crisi energetica dello scorso anno, nel 2022 la media ponderata del costo dell’elettricità su scala industriale è scesa per le energie rinnovabili, seppure con diverse percentuali: 

– Meno 3% per il solare fotovoltaico; 

– Meno 5% per l’eolico onshore;  

– Meno 13% per le bioenergie; 

– Meno 22% per il geotermico  

Al contrario, i costi dell’eolico offshore (gli impianti installati in mare aperto) e dell’idroelettrico sono aumentati rispettivamente del 2% e del 18%. Questi rincari sono da imputare alla ridotta quota della Cina nello sviluppo dell’eolico offshore nel 2022 e all’aumento dei costi per i grandi progetti idroelettrici, anche perché la crisi climatica diminuisce la disponibilità di risorse idriche. 

Gran parte dell’opinione pubblica attribuisce all’aumento degli investimenti i grandi risultati ottenuti dalle energie rinnovabili negli ultimi due decenni. Ma non è così, anzi: gran parte della competitività del settore è dovuta ai progressi scientifico-tecnologici che hanno reso gli impianti green molto più efficienti anche senza sostegno finanziario e nonostante l’aumento dei costi di produzione. 

Nel periodo 2010-2022 l’energia solare fotovoltaica ha registrato una riduzione dell’89% dei costi, quasi un terzo in meno rispetto al combustibile fossile più economico a livello globale e il costo medio dell’elettricità da energia eolica onshore è diminuito del 69%, poco meno della metà dell’opzione più economica alimentata da combustibili fossili nello stesso anno. Questa riduzione dei costi è stata guidata dalla diminuzione dei prezzi delle turbine eoliche e dal miglioramento della tecnologia utilizzata per le turbine. Per quanto riguarda l‘energia eolica offshore, nello stesso periodo il costo medio dell’elettricità è diminuito del 59%. 

Per mantenere il surriscaldamento climatico entro 1,5°, però, non basta il progresso tecnologico, occorrono investimenti più decisi. 

“Il mondo deve aggiungere in media 1.000 GW di potenza da fonti rinnovabili ogni anno fino al 2030 se vogliamo sperare di mantenere l’obiettivo dei 1,5°C raggiungibile. Il tempo per un’evoluzione graduale del sistema energetico, come è accaduto per i combustibili fossili, è scaduto. In preparazione della COP28 a Dubai quest’anno, il report di oggi ribadisce che con le energie rinnovabili i Paesi hanno a disposizione la migliore soluzione per aumentare l’ambizione e intraprendere azioni in modo economicamente vantaggioso”, ha chiosato il Direttore Generale di Irena, Francesco La Camera. 

Quando si parla di energie rinnovabili, la principale motivazione dei detrattori sono i costi, ritenuti alti e spesso imprevedibili. Eppure, anche nella peggiore delle ipotesi, le rinnovabili hanno permesso di risparmiare. Lo dimostra il fatto che, nonostante tra il 2010 e il 2022 i nuovi progetti di energia idroelettrica abbiano visto un aumento del 47% del costo medio ponderato dell’elettricità prodotta, questo costo era comunque più basso della soluzione più economica basata su combustibili fossili nel 2022. Un confronto che dovrebbe convincere anche i più scettici.